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Spagnoli e italiani, si gioca a poker insieme?

Nicola Pagano
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Spagnoli e italiani, si gioca a poker insieme? 0001

Secondo Enrique Alejo, direttore dell'ente regolatore spagnolo per il gioco online, il DGOJ (equivalente al nostro AAMS), le probabilità che i giocatori di poker spagnoli e italiani vengano riuniti in un unico mercato, sono alte. L'ipotesi si dovrebbe concretizzare entro la fine del 2013.

Il progetto della liquidità di giocatori condivisa tra i tre principali mercati regolamentati in Europa, Italia, Spagna e Francia, è da tempo oggetto di discussione tra i rispetti governi ed enti regolatori.

La maggiore omogeinetà dal punto di vista legislativo e fiscale tra poker online in Spagna e in Italia, sembra favorire il percorso di integrazione tra queste ultime rispetto alla Francia la quale, per esempio, ha una regolamentazione che esplicitamente vieta la condivisione della liquidità con altri Paesi.

Inoltre dal punto di vista fiscale, la Francia impone il calcolo delle tasse del cash game, su ogni singolo pot anziché sulla rake lorda, come avviene in Spagna e in Italia. Questo è al momento uno dei motivi principali della flessione del gioco online nel Paese transalpino.

Ci sono inoltre diversi gruppi che già operano sia in Spagna che in Italia e che sarebbero i veri benificiari di questa operazione. Naturalmente, le pokeroom che potranno condividere la liquidità dei giocatori saranno quelle in possesso di una licenza per entrambi i Paesi, in sostanza PokerStars, PartyPoker e il network iPoker.
La situazione di PokerStars appare ovviamente la più avvantaggiata dal momento che, stando agli ultimi dati, il ".it" e il ".es" occupano il 5° e il 7° posto a livello di market share globale, con il ".fr" a chiudere la top ten. L'unificazione della piattaforma italiana e spagnola (senza considerare quella francese), le porterebbe ad avere una liquidità superiore a quella di Full Tilt, subito dietro a PokerStars.com!

Ovviamente anche i giocatori potrebbero trarre un benificio dalla liquidità condivisa su queste pokeroom, potendo contare su "lobby" molto più ricche ed affollate per tutto il giorno.
Va detto però che, essendo il peso delle tasse sul gioco ancora rilevante in entrambi i paesi, non è chiaro se questo porterà anche ad una crescita complessiva dei numeri del mercato del poker.

In questo senso, l'opinione di chi scrive è che la vera soluzione sia quella di un unico mercato europeo del poker online, che coinvogli la liquidità di tutti i paesi membri della CE. Un unico ente regolatore (quindi con meno spese di gestione dell'apparato) e una diminuizione delle tasse, sarebbero gli ingredienti decisivi per vedere nuovamente in crescita il mercato.
Ma questo presuppone un'idea di Europa diversa dall'attuale e, forse, anche un po' utopica.

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Nicola Pagano
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