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Wsop Main Event: donne, americani e October 9!

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Nicola Pagano
3 min read
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Gli ultimi giorni del Main Event delle Wsop 2012 hanno offerto alcuni spunti di riflessione, sui quali può valere la pena soffermarsi.

In primis, le donne. Quest’anno si è davvero sfiorato un risultato che dal punto di vista dei media e dell’immagine generale del poker, sarebbe stato storico. Infatti, è stata grande la delusione di tutta la comunità pokeristica internazionale di fronte all’eliminazione di Elisabeth Hille e Gaelle Baumann in bolla per il tavolo finale, rispettivamante 11ma e 10ma.

Due donne, entrambe europee, brave e belle, che se fossero approdate al final table del Main Event Wsop avrebbero attirato l’attenzione fino ad ottobre, non solo dei media di settore ma anche di quelli più generalisti. E il poker ha un grande bisogno di questo di questo tipo di visibilità, anche in prospettiva di un “marketing” più convincete, che purtroppo al momento è ancora penalizzato dall’alone di grigio che circonda tuttora questo mondo.

Temiamo che questo vada a scapito dell’interesse internazionale nei confronti degli October 9. Non ce ne vogliano gli appassionati, soprattutto americani, ma un final table spostato di mesi rispetto all’evento, con 8 giocatori statunitensi su nove finalisti, senza grandi nomi e senza presenza femminile al tavolo, rischia davvero di passare in sordina, specie al di fuori degli States.

E a questo punto ci torna il dubbio sull’effettiva validità di avere un final table spostato di 3-4 mesi rispetto al torneo. Ci saranno sicuramente anche esigenze televisive, ma il motivo principale di questa scelta riteniamo sia sempre stato quello di dare la possibilità ai finalisti di attirare su di sé l’interesse degli sponsor, essenzialmente pokeroom. Ma con un Black Friday ancora in pieno vigore negli Stati Uniti, dubitiamo si venga a realizzare concretamente questa possibilità (ad esclusione forse che per il giocatore ungherese Koroknai) e per questo motivo si sarebbe dovuto forse considerare a priori la possibilità di giocare il final table in luglio. E questo è il secondo punto.

Infine un’analisi sui risultati. Come giustamente evidenzia il sito PokerStrategy.com, in un ipotetico medagliere, gli Stati Uniti risulterebbero primi con un vantaggio mostruoso su tutte le altre nazioni (137 medaglie totali per gli Usa, seguiti dal Canada che ne avrebbe totalizzate 10!). E di dominio americano in questo Wsop 2012 si può in effetti parlare.

A nostro parere il livello degli americani è sempre stato alto, e la loro “scuola” di poker è ancora al top, anche se tanti giocatori europei, soprattutto nordici, non sono da meno. Qualcuno (sempre il sito PokerStrategy) ipotizza anche il fatto che il “digiuno” dall’online dei players americani li abbia spinti a concentrarsi sul live e migliorare il loro gioco dal vivo. Può essere.
Noi ci permettiamo però di aggiungere una considerazione. Il numero di americani alle Wsop è stato nettamente soverchiante, anche come conseguenza dei costi per la trasferta o del problema fiscale per i giocatori di alcuni paesi, come ad esempio l’Italia. Anche questo ha inciso sulla partecipazione più contenuta degli “stranieri” a questo Wsop 2012.

Noi in ogni caso ci "consoliamo" con due elementi per noi di grande valore. La vittoria del “nostro” Rocco Palumbo, che ha reso la spedizione azzurra a Las Vegas un grande successo. E in secondo luogo, da “simpatizzanti” per il poker al femminile (concedetecelo…), siamo felici per gli ottimi risultati ottenuti dalle giocatrici, non solo quelli di Elisabeth Hille e Gaelle Baumann, ma anche quelli della grandissima Vanessa Selbst (braccialetto per lei e itm al main event) e Amanda Musumeci (runner up).

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Nicola Pagano

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