Poker Leggend: Doyle Brunson parla dei vecchi tempi
La leggenda del poker Doyle Brunson ancora oggi sa emozionare con i suoi racconti, che elargisce nel suo blog, storie passate dal sapore antico, avventure di quel gioco del poker degli albori, dei film storici, dove: fumo, penombra e facce losche facevano da scenografia.
Per chi non lo conoscesse Doyle Brunson soprannominato "Texas Dolly" a causa dell'errore del commentatore delle WSOP Jimmy Snyder, che lo chiamò così invece di "Texas Doyle", fa parte della vecchia guardia, anche se l'ultima vittoria importante risale al 2005.
Nel 1976 e 1977 vince consecutivamente il Main Event WSOP, con la stessa mano finale, un full di dieci e due, tanto che da questa esperienza la starting hand 10-2 nel Texas Hold’em viene chiamata “Doyle Brunson hand”.
Nel 1979 pubblica Super System (il titolo originale era “Come ho guadagnato più di un milione di dollari giocando a poker", ma venne modificato per ragioni di marketing) e nel 2004 arriva Super/System 2, con i contributi tra gli altri di Daniel Negreanu, Bobby Baldwin, Johnny Chan e tanti altri. Nel corso degli anni successivi Doyle Brunson continua a vincere, arrivando a 10 braccialetti delle WSOP, l'ultimo dei quali alle WSOP 2005. Da ricordare anche la sua vittoria al World Poker Tour nell'evento "Legend of Poker", che gli ha fruttato più di 1.000.000 di dollari.
Doyle Brunson è qualcosa di più di queste cifre, è la memoria storica del gioco del poker, solo lui è capace di raccontare con tanto candore, storie in stile "vecchio West". Negli anni ’50, si legge nel suo blog, più volte gli è successo di essere derubato in modo non del tutto soft, ma Doyle racconta di una volta nella quale neanche lui si era accorto di quello che stava accadendo e quando vide schierati dei poliziotti, pensò di dover andare in caserma per pagare una multa per gioco d’azzardo. Al contrario, poco dopo i finti poliziotti rapinarono l'intero bottino di una notte di gioco. Il suo migliore amico, stanco dei continui agguati, cercò di fermare i ladri, di risposta ricevette una botta con la pistola e un dente rotto. A quel punto, nessuno si tirò indietro e tutti consegnarono il denaro. Questo rocambolesco episodio, a detta di Doyle, convinse molti ad abbandonare le vie pericolose delle carte. Brunson non si lasciò distrarre neanche questa volta, archiviò il fatto con questo commento "Non si sono più fatti vivi e noi abbiamo accettato quello che era successo. Era il prezzo da pagare per il nostro modo di vivere" e continuò così la sua fortunata carriera.
Diciamo che hai tempi nostri, a parte lo sfortunato EPT di Berlino nel 2010, è difficile incappare, fortunatamente, in disavventure degne di cronaca di questo tipo. Oggi l'evoluzione in positivo è il poker live degli mtt, illuminato da confortevoli luci, ripreso dalle televisioni sportive e frequentato da persone che sognano di essere i migliori giocatori di torneo del circuito.