Il Diario di "Topkapias" da Las Vegas – Il Rientro
Sto scrivendo dall’aereo che mi riporta a Venezia da Las Vegas passando per New York.
Il mio cuore e il mio stato d’animo sono stati messi a dura prova per la notizia dell’ improvvisa scomparsa di Luana Basso, amica e brava giocatrice sarda che ha perso tragicamente la propria vita in un incidente stradale alle porte di Cagliari. Era doveroso che le dedicassi due righe anche su Poker News dopo che l’ho fatto su tutti i forum pokeristici d’Italia.
La mio professione mi impone di andare avanti e, anzi, ringrazio tutti coloro che mi hanno dimostrato la loro attenzione per questa piccola rubrica.
Le ultime giornate a Sin City non hanno fatto registrare un mutamento del trend rispetto ai giorni precedenti. Il cash al Venetian si e’ rivelato un continuo susseguirsi di alti e bassi che mi ha fatto capire di dover imparare ancora molto soprattutto da un popolo di giocatori, quello americano, anni luce avanti al nostro.
Dopo sessioni continue senza infamia e senza lode decido nell’ultima giornata di provare a fare un level up coi soldi vinti nei giorni precedenti. Mi accomodo verso l’ora di pranzo al 2/5, tavolo pericolosissimo dove già dal comportamento al tavolo i giocatori sono di gran lunga di una categoria superiore rispetto al 1/2 .
Inizio molto male provando a inseguire due draw che mi pot-committano e son costretto a pagarle fino a river senza concretizzarle, vado subito sotto di 200,ma ricomincio con pazienza a provare a imporre il mio gioco senza paura di entrare nei piatti. Così capita che a di posizione raiso dopo 3 limpers di 18 dollari (rilancio standard al tavolo), chiamto solo dall’ original limper, il flop potrebbe essere buono sia per il valore oggettivo della mano, che per mascherare una monster su un eventuale mio rilancio nel caso che il mio avversario esca bettando in bluff o semi bluff.
La mia mano è marginale, 3 5 suited a quadri, e il flop è Q a picche e 6 7 a quadri.
Il mio avversario, come prevedevo (l’azione è assolutamente frenetica, scordatevi di poter partecipare ai piatti mettendo solo 5 e arrivando a checkare fino al river), esce puntando 25, puntata standard in questo tipo di situazioni, Il mio raise è obbligato per varie ragioni, non voglio abbandonare l’idea che il tavolo si è fatta di me di giocatore molto molto aggressivo, e, soprattutto, se centro questa situazione verrò pagato benissimo; il mio reraise è di 70, e il mio oppo instant calla.
Il turn è poesia, un 4 di picche che mi da scala second nuts, molto meglio del quadri che considero molto pericoloso. Incoraggiato dalla carta che non sembra pericolosa, il mio avversario va all in per 300 dollari che coprono il mio stack, e gira una coppia di assi al river, quando ormai è troppo tardi per lui.
Dopo questa mano incappo in una serie di mani sbagliate che sono solo frutto della mia inesperienza ad un tavolo davvero tecnico come il 2/5 del Venetian, anche se non vengo premiato quando chiudo un tris d’assi al flop, e la mia avversaria prende il full al river.
Chiudo a – 500 una sessione che per le finanze potevo risparmiarmi, ma per quello che ho imparato e’ piu’ proficua di un evento vinto a tanti zeri.
La sera decido di giocare il solito 120 $ bellissimo delle 19.00, stavolta fino all’arrivo in bolla finalmente non mi vengono scoppiati piatti e proprio l’ ultimo giorno riesco ad arrivare a premio in un torneo di Las Vegas. In the money in 27 riesco a tenere il mio stack sempre a un passo dall’average, fino a quando, rimasti in 11 a un gradino dal tavolo finale in una lotta tra bui, finiamo in all in io e il mio avversario che mostra 10 Q, stradominata dal mio AQ. Purtroppo il mio avversario trova, come sospettavo, il 10 al turn e mi elimina sul più bello. Soddisfatto anche così.
Grazie a tutti per aver seguito il mio mini blog da Las Vegas.