Il Diario di "Topkapias" da Las Vegas - Bad beat: una Valanga a Las Vegas
Dopo i primi due giorni raccontati in precedenza, il mio soggiorno a Las Vegas ha superato la metà del proprio tragitto. In pratica non mi sono mai staccato dal Venetian dove, come detto la volta scorsa, è possibile misurarsi con giocatori davvero bravi anche a limiti non proibitivi quali l’ 1 / 2 e il 2 / 5 cash e agli splendidi tornei organizzati nella lussuosa poker room del Casinò.
Il terzo giorno ho preso parte al deep stack da 330 di mezzogiorno durante il quale credo di aver ricevuto una delle più’ brutte batoste che mi siano mai capitate. Al torneo partecipavano 448 persone, moltissimi forti giocatori, altri meno, ma un livello comunque sia piuttosto alto.
Arrivati alle porte dello scoppio della bolla, mi ritrovo con una coppia di 8 in mano e decido di raisare su bui 1000 / 2000 per 5000 chips, chiamato solo dai bui. Al flop top setto con due cuori sul board, e dopo il check dei miei avversari, esco di 17.000 che e’ più o meno la metà del mio stack: lo small blind, giocatori iper aggressive, sbaglia lettura e mi manda all in con la middle pair, e incastro di scala. Turn e river portano in dote due cuori che fanno 5 col suo magico 6 di cuori, e io esco dal torneo in un piatto che mi avrebbe mandato a 90.000 circa e che per perderlo serviva proprio una bad beat di questa entità!
Mi siedo al cash e, un’altra volta, riesco a recuperare tornandomene in stanza senza spendere un dollaro.
Domenica non va sicuramente meglio. Dopo una sessione cash andata così così, con un pareggio risicato che non mi fa felicissimo, faccio il torneo da 120 della sera. Anche stavolta faccio chip facili all’inizio in un tavolo piuttosto malleabile e qualche mano che mi aiuta a salire in modo piuttosto marcato. Ma arriva il livello incriminato, il solito 1000 / 2000 durante quale devono tenere i punti altrimenti sei spacciato; se tengono, per i big stack arriva il momento di rilassarsi un po' e pensare al final table, se non tengono devi tornare in albergo a dormire; e così è per me.
Dopo raise e reraise preflop, il mio avversario manda tutto, e io non posso che chiamare perché mi “committo”, pensando addirittura a un coin flip contro il mio AK. Lui gira invece AQ e la donna al flop lo salva condannandomi al rientro al Riviera Hotel.
Oggi, e ve la racconto fresca fresca perché son tornato ora in stanza, succede la stessa identica cosa. Al 550 delle 12 riesco a rubare l’impossibile portandomi ad essere subito il chip leader di tavolo e torneo. Arrivati al momento clou, quando è necessario chiamare gli all in per portarsi
avanti, mi scontro ancora una volta contro AQ girando AK, il flop sembra amico: AKQ, ma il turn è devastante poiché porta in dote con sé un’ altra donna che mi rende shortissimo e mi condanna all’uscita alla mano successiva con 10 6.
Il cash è la mia panacea. Le bad beat si riescono ad assorbire più facilmente con una condotta di gioco aggressiva che ti porta spesso a recuperare i piatti persi, in tre o quattro mani.
Per ora Las Vegas segna un pareggio per me, ma comincia a maturare la convinzione dentro di me che in questo periodo sia meglio sfruttare le mie qualità al cash piuttosto che ai tornei….
Alla prossima.
Top.