Lo Strizzacervelli del Poker, Vol 48: Blocco
Qualche volta mi sorprende vedere quanto spesso il nostro istinto si imponga sul nostro davvero grande cervello. I primi esperimenti in questo settore avevano dimostrato che gli studiosi del comportamento erano in grado di condizionare ratti e piccioni inducendoli a ricreare alcuni comportamenti. Queste si chiamano risposte condizionate. Le cavie da laboratorio apprendevano che un certo stimolo porta sempre ad una risposta regolare. La luce significa cibo, un fischio significa gatto affamato. Qualcosa del genere.
Altre ricerche hanno poi scoperto che una volta condizionato da uno stimolo, un animale non ne poteva apprendere un altro. Pertanto se avete insegnato ad un topo che spingendo la leva rossa si ottiene una pallina di cibo, ma che spingendo quella nera non si ottiene nulla, il topo spingerà quella rossa e mai quella nera. Se poi aggiungete una leva gialla, il topo la tratterà come quella nera o assenza di cibo. Perché? Poiché il roditore ha già associato il rosso con il cibo e semplicemente non ha la capacità cognitiva per supporre che anche la leva gialla potrebbe dare del cibo. Il rosso è il cibo - il resto non conta. In concreto, la prima risposta condizionata appresa blocca qualsiasi altro evento condizionato successivo anche se questo è tanto forte o più forte del primo. Una forte relazione basata su una risposta condizionata blocca ogni successiva associazione allo stimolo originale. Ma noi siamo umani e siamo molto più intelligenti giusto? Beh, vediamo.
Alle World Series of Poker del 2007 sono andato a cena con due giocatori professionisti che avevano giocato allo stesso tavolo per le prime sei ore del torneo di quel giorno. Durante la cena hanno discusso di alcune mani giocate al loro tavolo quando il Pro A ha detto: "Non posso credere che il giocatore al posto quattro non sia ancora fuori, gioca così male."
Quindi il Pro B ha risposto: "Vero, concede quel tell mostruoso."
Pro A: "Anche tu lo hai notato? Possibile che nessun atro se ne sia accorto?'
Pro B: "So solo che nessuno di noi due in tutta la giornata è riuscito a prenderlo in heads up e gli altri non sembrano avere nessun indizio."
Pro A: "e lui gioca così tante mani, finirà col darci quelle chips prima di fine giornata."
Quindi, ovviamente, io ho chiesto di questo tell dopo aver giurato di mantenere il segreto. Il Pro A ha detto: "Ogni volta che ha una mano forte punta e poi lascia la propria mano sul tavolo con il pugno chiuso. Non lo fa mai se sta bluffando o ha un progetto, solo quando ha un grosso punto."
Pro B: "Cosa?! Ha anche un tell per il punto forte"
Pro A: "Non è questo il tell di cui parlavi?"
Pro B: "No, io avevo notato un tell che permette di capire quando ha un punto debole. Quando è debole, gioca con le proprie chips dopo aver puntato. Con una mano forte o un buon progetto non tocca mai le proprie chips dopo la puntata."
Quindi il tizio al posto quattro offriva due differenti tell ed ognuno dei pro ne aveva notato uno. Si è poi capito che durante il primo round di gioco, quando i bui erano bassi, il Pro A aveva perso un piatto contro il giocatore al posto quattro quando questi aveva offerto il tell indice di punto forte. Il Pro A ha appreso il tell e si è affidato ad esso. Sempre nei primi rounds il Pro B aveva vinto un piatto contro il giocatore al posto quattro quando questi aveva offerto il tell indice di mano debole. Il Pro B ha appreso il tell e si è affidato ad esso.
Ognuno dei due pro pertanto ha ottenuto la conferma di un tell che ha apparentemente bloccato l'acquisizione dell'altro tell. Dove sta scritto che un giocatore deve necessariamente offrire un solo tell? Da nessuna parte naturalmente. Resta però il fatto che riconoscere un secondo o un terzo tell è una funzione bloccata dal funzionamento del nostro piccolo cervello da rettile. Allora, adesso che siete consapevoli del concetto di blocco, provate a focalizzare la vostra attenzione per cercare ulteriori informazioni dopo la prima acquisita, ma soprattutto ricordate che rosso significa cibo!