Il parere del Consiglio di Stato sul poker nei circoli
Cerchiamo di fare un po' di chiarezza sul parere espresso dal Consiglio di Stato in materia di "Poker nei circoli" e ciò che da esso né consegue.
A fine settembre 2008, ministero dell'interno e dipartimento di pubblica sicurezza hanno richiesto un parere al Consiglio di Stato sul decreto legge n° 248/2006. Il ministero dell'interno gli ha posto il seguente quesito: con il decreto legge n° 248 si sono modificati gli articoli del codice penale in materia di giochi d'azzardo?
Ora prima di spiegarvi cosa ha risposto il Consiglio di Stato, facciamo una breve fotografia su quello che accade oggi in Italia. L'articolo oggetto del contendere è il n° 38 del decreto 248 del 2006, che dice: "al fine di contrastare la diffusione del gioco irregolare ed illegale, l'evasione e l'elusione fiscale nel settore del gioco, nonché di assicurare la tutela del giocatore, con regolamenti sono disciplinati i giochi di abilità a distanza con vincita in denaro, nei quali il risultato dipende, in misura prevalente rispetto all'elemento aleatorio (caso), dall'abilità dei giocatori". Lo stesso articolo definisce i giochi di abilità come giochi che hanno le seguenti caratteristiche: "siano organizzati sotto forma di torneo e nel caso in cui la posta di gioco sia costituita esclusivamente dalla sola quota di iscrizione".
Utilizzando l'articolo 38 del decreto 248/2006 diverse associazioni private di giocatori di poker, nelle varianti Texas Hold'em o poker sportivo hanno ritenuto che ogni gioco di carte realizzato dal vivo e svolto in conformità con il decreto potesse considerarsi gioco di abilità. In pratica, si è cercato di far uscire il poker dal "vivo" dall'illegalità prevista dal codice penale per i giochi d'azzardo.
Alcune di queste associazioni seguendo questa interpretazione hanno richiesto alle questure il nulla osta per lo svolgimento di tornei di poker Texas Hold'em. Il fenomeno si è rapidamente sviluppato su tutto il territorio italiano, e gli organizzatori dei tornei di poker hanno così avanzato le loro richieste alle questure locali. Nella domanda per ottenere l'autorizzazione hanno indicato il luogo pubblico, la data di svolgimento ed evidenziato la quota di partecipazione al torneo di poker. Il tutto, secondo quanto sostenuto dalle associazioni, in conformità con quanto prescritto dalla legge n° 248. La situazione come potete ben immaginare, si è complicata. Ci sono state province che hanno inserito il poker nelle tabelle dei giochi proibiti, considerandolo gioco d'azzardo, e altre che hanno autorizzato lo svolgimento dei tornei senza particolari problemi.
Vediamo ora cosa ha risposto il Consiglio di Stato. In breve, il Consiglio di Stato ha rilevato come ci sia da parte dello Stato un atteggiamento contradditorio. Da una parte la sua azione tende a criminalizzare il gioco d'azzardo e dall'altra ad incentivare la diffusione dei giochi. Il legislatore, sempre secondo il parere, ha intrapreso in questi ultimi anni una politica espansiva del fenomeno delle scommesse, gestite anche in regime di monopolio, in cui l'elemento aleatorio (caso), se non esclusivo, risulta predominante.
Con l'effetto di riservare allo Stato lo svolgimento di attività di gioco che presentano, in larga parte, i caratteri dell'azzardo. Detto questo, il Consiglio di Stato ha ritenuto però che il decreto legge 248/2006 non possa essere applicato alle associazioni che organizzano tornei di poker sportivo o Texas Hold'em, in quanto il decreto in questione limitava l'ambito della sua applicazione ai soli giochi a distanza. Detto in altre parole, il decreto n° 248/'06 considera gioco di abilità, quindi legale, il solo poker sportivo o Texas Hold'em realizzato online. Ma il Consiglio di Stato va oltre e sollecita il legislatore all'emanazione di una legge di settore in materia di gioco. Il nostro legislatore deve fare chiarezza. Da una parte ha l'obbligo di contrastare le forme gioco d'azzardo in cui gli elementi criminali e illegali si manifestano ma dall'altra è tenuto a riconoscere come fenomeno "sociale" la diffusione di giochi che coinvolgono sempre più la popolazione.
I bene informati dicono che la nuova circolare ministeriale sia ormai prossima. Regole nuove ed uniformi per tutto il territorio nazionale, in merito all'organizzazione dei tornei di Texas Hold'em e poker live, dentro e fuori dalle case da gioco. Una regolamentazione lungamente attesa dalle federazioni pokeristiche, visto che al momento la competenza, circa l'autorizzazione o meno dei tornei, è in mano alla discrezionalità delle Questure locali. Speriamo bene.