Il Ritorno dei Cervelli: Bruno Stefanelli, dalla Mitteleuropa a Full tilt Italia.
Bruno Stefanelli è tornato in Italia, dopo una lunga esperienza tra i tavoli germanici e austriaci. Lo abbiamo incontrato e si è reso disponibile per raccontarci un po' della sua storia...
Una domanda d'obbligo per chi vuole conoscere Bruno Stefanelli, da poco tempo pro di Fulltilt: come è nata la tua passione per il poker?
Ciao Chiara, la passione per il poker iniziò quando avevo 19 anni. A quei tempi mi trovavo in Germania e visitando il Casinò del luogo, mi soffermai ad un tavolo di gioco e notai che era simile alla telesina (poker amato da tanti italiani). Preso dalla curiosità, rimasi a guardare lo svolgimento del gioco. Dopo solo una decina di minuti appresi le diversità tra la nostra telesina e questa specialità, mi accomodai a quel tavolo e giocai. Era la variante 7card stud. Da quel momento la mia passione per il gioco del poker si è concretizzata sempre più.
Giochi molte varianti oltre al Texas Hold'em e con buoni risultati quale preferisci e perchè?
Sono a conoscenza di tutte le discipline, ma il mio preferito, il mio primo amore è il 7 card stud. Questa variante non è molto praticata in Europa, rischia purtroppo di dissolversi. Il Texas e il 7 card stud hanno impostazione di gioco differente: nel 7 card stud ogni giocatore gioca le proprie carte diversamente dal Texas dove valgono per tutti. Mi piace anche Omaha pot limit come l'Omaha hi-lo limit. Diciamo che non mi dispiace variare gioco.Venti anni fa era molto attuale il 7 card stud in Europa poi l'Omaha, inseguito l'Omaha hi-lo e infine il Texas Hold'em. Mentre in Italia ha avuto più diffusione questa specialità per via della pubblicità, dei montepremi cosi alti e anche perché è un bel boom on-line. Quasi tutti i tornei piu prestigiosi sono in Texas hold'em, anche perchè per motivi di organizzazione è la disciplina piu indicata per svolgere un bel torneo. Difatti lo preferisco per i tornei, mentre le altre discipline per il gioco cash.
Cinque tavoli finali importanti nella tua cariera, ce ne è uno che ricordi con piacere? Come ti senti quando arrivi così vicino alla vittoria se ce la farai?
Certo che ne ricordo uno con piacere. Sicuramente è stato nel 2002 all'europeo di 7 cardstud a Baden (Vienna). Il torneo era impostato su tre possibilita di qualificazione 300 buy-in ogni giorno 24 giocatori. Il tavolo finale si svolgeva in 8 giocatori e adesso comincia il bello. Il signor Ains Pierrot aveva soltanto una fiches di 1000 € ed era obbligato ad andare in all-in. A questo punto un giocatore dopo l'altro decidono di fare il call per avere piu possibilità di far uscire un giocatore e arrivare al tavolo finale e qui succede la prima cosa anomala: un giocatore esperto americano, ultimo a parlare, fa un raise mettendo in pericolo non dico tutti quelli che avevano fatto il call, ma quasi. Di coseguenza succede che tutti i giocatori che avavano fatto il call di 1000 € passano, per non rischiare le proprie fiches,dal momento che il Signor Ains Pierrot è in all-in.
Tutti speravano che venisse eliminato per poi accedere al gran finale, era questo l'obbiettivo per il quale 7 giocatori avevano fatto il call. Fatto sta che il giocatore che era in all-in vince la mano e da una fiches da mille si ritrova con 10.000. Il destino vuole che la mano successiva sia decisiva per un mio amico che viene eliminato e cosi arrviamo al tavolo finale. Avevo poche speranze perchè ero rimasto con 7700 punti e le puntate erano molto alte. Arriva il sorteggio dei posti e con poca motivazione vado a pescare il mio destino. Estraggo il tavolo 7 posto 7 ho pensato: che coincidenza! in più 7700 punti. Il tavolo finale inizia negativamente con un force bet (avendo la carta piu bassa sei obbligato a puntare il minimo che era di 700, altra coincidenza). Successivamente mi arriva la mano per andare in all-in. Chi era il mio boia? L'americano aveva esposto un [A] ed io un [K]. Apriamo le carte, l'americano mostra 3 carte di quadri mentre io mostro KKQ. Vinco la mano e anche la successiva. Di seguito scruto le mie carte, non volevo credere ai miei occhi ancora una volta io e l'americano lui [A] esposto io [K], ormai tutto il tavolo era incantato, erano tutti con me compresi gli spettatori. Ancora una volta ci furono raise re raise, andiamo in all-in. Questa volta però in una situazione diversa: l'americano che aveva fatto l'errore e non voleva ammetterlo, aveva dimezzato le sue fiches e da chip leader rischiava di essere eliminato all'ottavo posto. Mi mostra nuovamente 3 carte di quadri ed io KKJ. Cadono le carte, non respiravo piu, sentivo tutto il calore che mi trasmetteva il tavolo e tutti gli spettatori, quando venne fuori il river scoppiò un boato che ancora oggi se ci penso mi vengono i brividi. Arriva il podio praticamente si rimane in tre. Ricordo di avere 44.000 punti il secondo 120.000 e il famoso giocatore con una fiches era arrivato ad avere 240.000. Ad un certo punto si avvicina il secondo giocatore dicendomi: "Bruno il Signor Pierrot mi ha detto che vuole dividere il montepremi in parti uguali, ma in cambio vuole che gli sia riconosciuto il primo posto". L'ho vista come un'appi-hand e ho accettato.
Hai vissuto molto tempo fuori dall'Italia. In Germania, ma anche in Austria, il fenomeno del poker sta spopolando. Quali differenze trovi con l'Italia?
Devo ammettere con rammarico che siamo un pò indietro rispetto al Nord Europa e le differenze sono tante. Due senza dubbio balzano agli occhi immediatamente: nel gioco abbiamo due approcci diversi, siamo latini e ci bolle il sangue, mentre per quanto riguarda l'organizzare dei tornei non sempre siamo professionali. C'è da dire che i paesi del Nord Europa hanno da tempo preso confidenza con questo gioco e sono certo che ancora un po' di impegno ed esperienza e ci metteremo al passo con gli altri.
Spesso durante i tornei, si vedeno giocatori intrattenersi con la musica. Tu come fai per mantere la concentrazione? Sei un giocatore di testa o di pancia?
Mi intrattengo con lo studio dei giocatori per avere possibilmente piu facile il percorso verso il finale. Mi piace seguire l'istinto ma sono comunque cauto e rifletto bene prima di giocare una mano.
Se dovessi scrivere una pagina del tuo profilo professionale, quali eventi- esperienze elimineresti e cosa invece metteresti in rilievo?
La mia vita professionale è piena di eventi positivi e negativi. Giocare non è sempre semplice, soprattutto quando diventa la tua principale occupazione. In rilievo metterei sicuramente l'esperienza di una vita vissuta a contatto con persone di tutto il mondo, conoscendo posti bellissimi come Las Vegas Los Angeles etc, ma come si sa dopo la tempesta cè il sereno, dopo una curva cè una strada dritta e via dicendo nel senso che ci sono i pro e i contro, non puo essere tutto rose e fiori purtroppo.
Non tutti riescono a diventare degli affermati giocatori, ma se tu dovessi dare dei suggerimenti quali sarebbero?
Il suggerimento piu appropiato è quello di non farsi prendere dal gioco, può essere molto pericoloso. Mi spiego meglio, prima di tutto un giocatore si deve fare le ossa, iniziando dai primi passi come un bambino, apprendere lentamente ogni cosa. Bisogna inizare a giocare con cautela e man mano che si va avanti capire se si riesce a gestire il tutto. Solo con il tempo, lo studio e la pratica si può comprendere se si ha la stoffa per reggere.
Un elemento essenziale nel giocare un poker vincente è costringere i tuoi avversari a prendere decisioni difficili. È per questo che puntare è sempre meglio che limitarsi a vedere, sei d'accordo con questa massima?
Assolutamente si, come disse un saggio la miglior difesa è l'attacco e il mio gioco è spesso in questa direzione.
Si avvicinano le feste e come trascorrerai il tuo tempo libero, in relax o hai tornei in agenda?
Credo che mi sia guadagnato un pò di relax, perchè è da un anno che non ho pace. Quasi sicuramente trascorrerò le feste in famiglia