Poker Giocato e non Solo: PokerNews Incontra Luca Pagano
Il secondo numero della rivista PokerNews è quasi pronto e vogliamo anticiparvi qualche contenuto speciale. Tra gli altri abbiamo incontrato Luca Pagano che, disponibile come sempre nonostante i mille impegni, ci racconta di se e delle sue attività.
PN: Quando pensavi a cosa fare da grande, immaginavi che saresti diventato un grande giocatore di poker?
Da piccolo avevo una forte immaginazione, ma non al punto tale da immaginare quella che sarebbe poi diventata la mia vita! Mio padre ha avuto sicuramente un ruolo importante, ma solo 5 anni fa era abbastanza impensabile fare il giocatore professionista di Texas Hold'em in Italia: non esisteva niente di tutto questo! Avrei dovuto avere davvero una fervida immaginazione per immaginare che oltre a fare il giocatore, avrei organizzato tornei, sarei stato il presidente di una Federazione e avrei condotto un programma televisivo che commenta mani di poker.
Questa passione per il gioco che è divenuta una professione, te l'ha trasferita tuo padre o sei tu che l'hai portato sulla cattiva strada <img border="0" src="/i/xsmiles/smile2.gif" alt="Wink" />?
Mio padre giocava, e si divertiva più a Texas Hold'em che al poker all'italiana. Non credo che questa passione sia stata trasferita direttamente da lui, ma sicuramente ha facilitato la cosa. Spesso con i padri o si fanno le cose simili oppure si fa esattamente il contrario. Sono stato consulente finanziario e mi piaceva calcolare rischi di investimento, probabilità, fare proiezioni a medio e lungo termine. Forse è stato questo che mi avvicinato al Texas Hold'em e che mi ha fatto studiare la tecnica ed incollarmi ore e ore davanti al computer a giocare, inizialmente con davvero pochi dollari. Dopo aver fatto un po' di esperienza e aver acquisito tecnica e disciplina ho iniziato anche a giocare online con soldi veri, e pian piano ho deciso di partecipare anche a qualche torneo internazionale. Il passo è stato breve, e ora eccomi qui. Non credo che mio padre mi abbia portato sulla brutta strada, e nemmeno io di aver influenzato lui.
Certo è, che quest'anno all'EPT di Montecarlo, è stata un'esperienza impagabile essersi giocati l'ingresso ad un tavolo finale a Montecarlo insieme a mio padre. Mi è sembrato davvero di stare nel film "Le Regole del Gioco". Nel film, padre e figlio arrivano in head's up e il figlio lascia vincere il titolo al padre. Nella realtà non siamo arrivato entrambi al tavolo finale, ma credo che dopotutto devo tutta la mia carriera al supporto che ho ricevuto da lui e probabilmente, ritornando al film, se fossimo arrivati al testa a testa avrei anch'io avuto la tentazione di lasciare a lui il titolo.
Come va al FITH ? a quanti club siete arrivati? Cercate ancora collaborazioni con le altre federazioni o vuole rendere la FITH unica vera federazione italiana?
Quando fu creata la FITH, in molti mi criticarono perché giustamente dicevano che una federazione in più non era necessaria, e che avrebbe solo danneggiato il movimento.
La FITH nasceva invece proprio con lo scopo di convincere che attraverso credibilità e professionalità l'unificazione delle varie realtà era possibile. A distanza di alcuni mesi, i tentativi di unificazione sono stati molteplici. E' un dato di fatto che le federazioni non servono a portare più o meno giocatori ad un evento, anzi, spesso sono un costo enorme sotto il profilo organizzativo e logistico. Non è facile avere la panoramica di tutti i circoli, e soprattutto portare avanti l'obiettivo di ottenere una giusta legittimazione da parte delle istituzioni e a livello legislativo.
Non ho mai creduto solo ai numeri, 50 o 100 tessere in più o in meno non cambiano le cose e nemmeno circolo più circolo meno.
Credo che i giocatori e soprattutto i circoli abbiano bisogno di un movimento compatto, e proprio questi sono i miei auspici per il futuro della FITH. Forse siamo ancora lontani dalla completa unificazione, ma qualche passo in questa direzione è stato fatto, FITH e FIGP hanno deciso di riunirsi in un unico movimento democratico e ci auguriamo che anche altre realtà abbiano intenzione di farlo, senza troppi veti o condizioni.
Torniamo al giocatore Luca Pagano; abbiamo visto un bel gioco a Montecarlo. E' la terza volta nella tua carriera che finisci nei primi 8 in una tappa dell' European poker tour, ma mai nel gran finale. Sei soddisfatto?
Sicuramente Montecarlo è stata un'occasione unica e memorabile! Un torneo "speciale" sotto molti punti di vista. Innanzitutto perché a sole poche settimane dal successo di Sanremo, in molti si congratulavano con me per l'ottima organizzazione dell'EPT quasi dimenticandosi che ero li per giocare! Sembrava quasi che la mia veste di giocatore, dopo il successo dell'EPT, fosse passato in secondo piano! Ed invece proprio quando meno credi, quando nessuno si aspetta da te un risultato, ti capita di affrontare i giocatori nel modo giusto, i calcoli tornano e le carte arrivano.. insomma a Montecarlo la mia concentrazione e il mio stile di gioco mi hanno permesso di andare avanti.
E poi, forse la più grande soddisfazione ed emozione è stata mio padre. Non tanto per il 22esimo posto a Montecarlo, tanto per la forza con cui si è saputo riprendere dallo spaventoso incidente autostradale che 2 anni fa lo colpi. Vivo per miracolo, dopo 5 mesi di ospedale e 6 di riabilitazione: ora cammina e lavora instancabilmente, e dopo solo due settimane dopo aver organizzato il primo EPT in Italia, è riuscito ad arrivare insieme ai tavoli finali di Montecarlo! Sicuramente è un giocatore che ha ancora molto da vincere e da insegnare a suo figlio, e non solo riguardo al Texas Hold'em.
Hai preso un bruttissimo colpo contro il canadese Villemure. Un piatto da un milione e passa. Hai messo tutto con due jack dopo raise e reraise, e Villemure ha chiamato. Due Jack per te, asso-kappa per il canadese. Purtroppo è uscito un asso e addio piatto. Come ti sei sentito? Rigiocheresti così questa mano?
Eh, cosa dire del mio tavolo finale? Ero il settimo di 8 giocatori. Dovevo fare double up velocemente se volevo restare in gioco. Con mia grande sopresa ci sono riuscito! Ho vinto una splendida mano contro Isaac Barom e ho elimiato Antonio Esfandiari. Il mio raise è stato rispettato e il mio stack si stava grandiosamente moltiplicando. Ho giocato fino a diventare il chipleader ma ovviamente restare chipleader non è facile. Ho perso una mano considerevole contro Kalo, che è stata fatale per me. Dovevo recuperare posizione, giocato per vincere! Quando ho visto JJ non ho potuto fare altro ed ecco la mia mano finale contro Villemure. Non ho rimpianti: era la mano con cui potevo assicurarmi uno dei primi tre posti, e quindi non ho avuto esitazioni e ho giocato. Ripeto non ho rimpianti. Se ho avuto l'occasione di arrivare a premio in 3 EPT all'anno, non sarà difficile che prima o poi riesca ad acchiapparla, la valigetta dell'EPT!
Se tu potessi decidere con chi disputare il tavolo conclusivo alle WSOP, chi sceglieresti e perchè?
Che domanda? Con mio padre! Sarebbe davvero un sogno in tutti i sensi. Non sarebbe facile ma sicuramente sarebbe una partita che in qualunque modo varrebbe veramente la pena di essere giocata, e poi magari farebbero un film anche su di noi :- ).
Comunque, sono ancora convinto che le WSOP siano tornei da giocare senza grosse aspettative. Non è facile rispettare gli obiettivi fissati quando si hanno di fronte tornei con 2.000 iscritti (o 10.000 nel main event). Però un conto è non avere nessuna particolare aspettativa, un conto è dare il meglio di sè per raggiungere qualsiasi traguardo, anche mediocre.
Mi sento di affrontare quest'anno le WSOP con lo spirito e l'energia giusta e sempre difendendo le coppie!
Luca, come fa un ragazzo giovane come te, ad avere il tempo per studiare, giocare, sensibilizzare al gioco del poker e fare il commentatore alla Tv? Hai dovuto sacrificare la sfera affettiva e familiare? oppure solo le ore si sonno e riposo?
Ahimè, le ore di sonno spesso ne hanno risentito. Ci sono stati periodi in cui dormivo veramente poco. Tra un viaggio e l'altro, gli spostamenti periodici a Milano per il programma e le ore da dedicare al gioco online, in alcuni periodi veramente mi sono chiesto chi me la facesse fare!
Fortunatamente dall'altro lato sono circondato da persone che credono in quello che faccio, che mi esortano a fare sempre meglio e che sono orgogliose di me anche quando non tutto va nel modo migliore! Credo che non potrei andare molto distante senza questo supporto che mi circonda, indispensabile credo per ogni persona, qualsiasi professione si faccia.
Se vedi una stella cadente, che desiderio vorresti che si averasse?
Se lo svelassi, che desiderio sarebbe? Anch'io ho le mie speranze e i miei sogni, nonostante abbia già ricevuto molto e per questo mi senta un privilegiato! Non mi dispiacerebbe vincere un torneo importante, ma forse la cosa che apprezzerei più di tutte in questo momento è portare avanti il mio obiettivo consolidando e legittimando il Texas Hold'em in Italia. E' una sfida importante che merita le stesse attenzioni e la stessa concentrazione di quando si è arrivati all'Head Up.