Sfida Legale alla Francia dei Monopoli sul Gioco
Le politiche protezionistiche francesi in merito all'online gambling si trovano ad affrontare opposizioni legali sempre più poderose, con l'ultimo colpo giunto proprio dalla loro Corte di Cassazione, l'organo giudiziario supremo. Con un verdetto emesso lo scorso mese, la corte aveva revocato una precedente decisione che bandiva un fornitore maltese che intendeva offrire scommesse online sulle corse di cavalli in Francia. Il destino della maltese Zeturf sarà noto solo tra un anno almeno dato che ora ci sarà il processo d'appello. La decisione presa dalla corte di cassazione francese avrà però conseguenze immediate in merito ai procedimenti messi in atto in precedenza dalla Francia contro tutte le compagnie attive nel settore dell'online gambling e anche sul processo legale che la vede sotto accusa da parte dell'unione europea.
A fine giugno, la commissione europea ha emesso una "decisione ragionata" contro la Francia citando esplicitamente il bando contro tutte le forme di pubblicità collegate al gambling online fatta eccezione per quello dei monopoli di stato, le lotterie francesi, la Francaise des Jeux e PMU. Nel 2003, La corte europea di giustizia aveva affermato che il gambling è da considerarsi un servizio e che come tale ricade nel settore che regolamenta il libero scambio di beni e servizi tra tutti i paesi dell'unione. Secondo il trattato EU, uno stato membro deve concedere agli altri stati membro gli stessi diritti di offrire servizi di gioco e scommessa online a tutti i propri cittadini con gli stessi privilegi concessi ai servizi gestiti dai monopoli di stato. Con la recente decisione, la commissione europea ha minacciato azioni legali da parte della Corte di Giustizia Europea se la Francia non dovesse modificare la propria legge in merito alla promozione del gambling da parte di enti stranieri.
Quella che sembra la via più probabile è la ricerca di una definizione più ristretta di gioco d'azzardo o di servizi di gambling in modo da rendere legali quelli promossi dallo stato ed avere una base legale per continuare il proprio atteggiamento monopolistico.