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WSOP 2015, Consigli Per Gli Esordienti: Prendetevi il Vostro Tempo

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Peter Alson
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Beto10
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Peter Alson

Tra le pubblicazioni dell'autore Peter Alson ci sono anche un paio di contributi significativi alla categoria della saggistica, come One of a Kind: The Rise and Fall of Stuey ‘The Kid’ Ungar, the World’s Greatest Poker Player(con Nolan Dalla, 2005) e Take Me to the River: A Wayward and Perilous Journey to the World Series of Poker(2007). A meno di una settimana dall'inizio delle World Series of Poker 2015, Alson condivide con noi la storia della sua prima esperienza alle WSOP.

La prima volta in cui ho partecipato alle World Series of Poker era un torneo di NLHE da 1.500 dollari ed ero nervosissimo. Stavo congelando, le mie mani erano sudaticce e il mio stomaco vorticava come il cestello di una lavatrice. In effetti dovetti soffocare l'urgenza di correre al bagno, cosa che non avrei mai fatto se non avessi temuto di perdere un sacco di bui.

Mi guardai attorno e non riconobbi nessuno dei miei avversari. Sembravano tutti dei killer spietati nei loro occhiali da sole, cappellini da baseball, felpe e cuffie. Ma più che i sintomi fisici, fu la sensazione di essere in mezzo ai "grandi" ad influenzare il mio approccio al gioco. Mi congelai letteralmente - e non solo perché avevo freddo.

Ero come un attore che si dimentica tutte le battute quando si alza il sipario. Fissavo il mio pubblico immaginario e non riuscivo a produrre nulla. In questo stato, vedere una brutta mano di partenza e poter foldare era un sollievo. Ogni volta che guardavo le carte e constatavo quanto fossero pessime, sospiravo sollevato. L'ultima cosa che volevo fare era giocare a poker! Meglio attraversare un campo minato.

Quando finalmente ricevetti una mano giocabile - coppia di jack in late position - rilanciai, pregando che tutti foldassero. Quando il big blind fece call, immediatamente pensai che avesse una coppia più alta. Che altro avrebbe potuto avere? Fu terribile. Ero intrappolato in un mio incubo personale e c'erano mostri sotto ogni letto.

Giocai spaventato per buona parte delle prime due ore, durante le quali sprecai la metà del mio stack. Poi accadde qualcosa. Rimasto con 20 big blind, aprii il piatto con coppia di re, e uno dei bulli del tavolo, che aveva controrilanciato ogni volta che ero entrato in un piatto, piazzo il suo solito re-raise. Vi giuro che ho pensato a foldare i miei re - tanto per farvi capire quanto fossi codardo - ma alla fine andai all-in, rassegnato all'idea che quella fosse la mia ultima mano nel torneo.

Immaginate la mia sorpresa quando quel giocatore fece un call quasi obbligtorio con 108. Quella mano, che alla fine vinsi, fu ciò che mi spinse fino ad arrivare in the money, non solo perché feci double up, ma perché mi aprii la mente.

Dopo tutto era solo una partita di poker, un gioco al quale giocavo sin da quando ero piccolo, e i miei avversari erano comuni mortali come me: alcuni più bravi, altri meno.

Alson Alle WSOP
Alson al tavolo delle WSOP

Alla fine riuscii a rilassarmi un po', cominciai ad entrare nel ritmo del tavolo e a capire chi fosse in grado di fare cosa. In questo modo, cominciai a divertirmi di più. Trovai la mia concentrazione. Non arrivai al tavolo finale, ma alla fine fui orgoglioso di me non solo per essere andato a premio, ma anche per essere riuscito a perseverare e a lottare contro i miei demoni e il mio nervosismo da WSOP.

La cosa divertente è che penso di aver giocato oltre 20 tornei WSOP da allora, ma ancora all'inizio sono nervoso. La differenza è che ora so cosa succede, e sono in grado di lottare. Sono anche capace di capire se ci sono altri giocatori che stanno soffrendo come soffrivo io, e di trarne un vantaggio.

Il mio miglior consiglio ai principianti delle WSOP è di prendervi il vostro tempo. Ogni volta che mettete delle chip del piatto dovete farlo sapendo cosa volete ottenere. Pensate in anticipo a cosa farete se qualcuno chiama o rilancia. E in generale giocate come sapete.

Gli atleti di successo hanno un'espressione che usano quando si trovano in una partita importante o carica di pressione. Dicono "lascio che sia la partita a venire da me". Ciò che vogliono dire è che all'inizio si prendono il loro tempo e cercano né di fare troppo poco né di esagerare. Alla fine trovano il loro ritmo ed entrano nel flusso della partita.

Ecco a cosa dovreste pensare la prima volta che vi sedete al tavolo. Non forzate le cose: prendetevi del tempo e lasciate che sia la partita a venire da voi.

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