Poker strategy: Tony Dunst e l'aggressività ad ogni costo
Tony Dunst è un giocatore professionista americano con quasi 1 milione di dollari vinti in carriera in soli tornei live e tantissime deep run alle WSOP (compreso un amaro 50° posto al Main Event 2010). Dunst è anche host del programma "Raw Deal" per il World Poker Tour, dove analizza periodicamente alcune mani giocate nei final table più famosi del circuito WPT.
Qui Dunst parla invece dell'aggressività ad ogni costo, quella che in alcuni casi può costarci una mano o un torneo, e lo fa analizzando una mano giocata da lui stesso solo qualche settimana fa al WPT Canadian Spring Championship.
Normalmentela mia testa, quando gioco a poker, mi dice che la strategia da adottare è quella di "continuare a puntare" quando sono coinvolto in una mano. Questa è ovviamente una semplificazione del discorso, ma la generazione dei players della mia età condivide questo pensiero. Infatti ci siamo differenziati dalle generazioni più vecchie portando l'aggressione ad un livello superiore. In alcuni momenti però bisogna cercare di non esagerare con l'essere aggressivi ad ogni costo, talvolta anche quando si ha una mano forte.
Lo scorso mese al Playground Poker Club di Montreal si è giocato il PartyPoker WPT Canadian Spring Championship, buy in $3,300 con tre day 1 di partenza e la possibilità di fare re-entry. Io avevo intenzione di giocare il day 1a, ma la sera prima sono andato a vedere una partita di playoff di NHL bevendo un po' troppa birra, quindi ho deciso di prendermi un altro giorno libero.
Sono quindi sceso in campo per il day 1b e nei primi livelli ho praticamente sempre passato, perdendo le poche mani in cui entravo. Durante il 4° livello (100-200 ante 25) ho circa 21,000 chips (delle 30,000 iniziali) e l'oppo contro cui giocherò la mano, un canadese di circa 30 anni che finora ha giocato abbastanza aggressivo (senza esagerare), ne ha 45,000. L'ho già 3bettato una volta in precedenza e lui ha passato. In questa mano apre lui da Hijack a 500, io da Cutoff spillo A♣10♠ e 3betto a 1,300, passano tutti fino all'original raiser che chiama. Il flop è A♦J♥6♣ e dopo il suo check cbetto 1,500, lui ci pensa qualche secondo e decide di check-raisare a 3,900.
Ecco il problema di questa mano: puntando al flop ho permesso al mio oppo di creare una situazione difficile da gestire e che mi sarebbe potuta costare tutte le mie chips. Lui potrebbe rilanciare una doppia coppia o un set, ma anche un draw molto forte. Ed in entrambi i casi continuerà a puntare al turn e probabilmente anche al river. Quindi nel momento in cui chiamo il suo check-raise al flop, so che dovrò chiamare anche se turn e river saranno blank.
E questo è esattamente quello che è successo. Ho chiamato il check-raise al flop e quando al turn è caduto il 7♠ ho chiamato ancora la puntata a 5,500 dell'oppo. Al river è sceso un 3♥ ininfluente e mi sono trovato a fronteggiare un push da parte sua. Ho chiamato ed ho perso, aveva top two pair. Avrei facilmente potuto evitare questa situazione checkando dietro al flop e chiamando così puntate sicuramente più basse al turn ed al river. Certo, avrei comunque perso delle chips in questa mano, ma potevo limitare i danni e magari sperare in qualche bluff da parte sua se non avesse hittato il flop.
Invece sono stato eliminato ed ho dovuto fare re-entry al day 1c, tutto a causa di questa aggressività ad ogni costo.