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Il "Game Flow" e le Meccaniche Del Range Building Nel No Limit Hold'em

Nate Meyvis
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Beto10
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3 min read
Game flow e meccaniche di range building

A volte i nostri avversari puntano e rilanciano, a volte no. Tocca a noi capire perché scelgono una strada invece di un'altra.

Di solito le loro decisioni si basano principalmente sulle carte private. Se pensate che i vostri avversari stiano condizionando le loro decisioni in base alle loro mani, spesso azzeccherete. In questo modo sarete sulla giusta via verso lo sviluppo di contro-strategie solide contro gran parte degli altri giocatori.

Ovviamente non sempre gli avversari condizionano le loro decisioni in base alle carte. Tuttavia il timing è uno dei fattori: avere un occhio per queste cose è importante.

Diciamo che sarebbe appropriato per il vostro avversario aprire il gioco con il 20% delle mani, ma che esista una probabilità su 4 che quel giocatore pensi sia arrivato il momento per rubare i bui a prescindere. In questo caso, potete aspettarvi un rilancio non il 20% delle volte ma il (20% + (1/4) * 80%) = 40% delle volte.

Persino un misero 10% di probabilità che qualcuno voglia spingere a prescindere dalle carte trasforma quel 20% in un (20% + (1/10) * 80%) = 28%. La differenza tra rilanciare il 28% delle volte e il 28% è enorme: chiedere per conferma a chiunque abbia provato a rilanciare il 28% del range da early position contro avversari forti.

Questo semplice calcolo è il motivo principale per cui i concetti di "game flow" e di "timing" sono importanti anche in questa era avanzata del poker. Piccole differenze dipendenti dal momento della partita possono avere conseguenze enorme nel modellar il range di un avversario.

Possiamo usare due mani giocate in maniera quasi consecutiva al World Series of Poker 2015 Main Event per dimostrare questo concetto. Anche se non possiamo sapere cosa sia passato nella testa dei giocatori in fase decisionale - ed in effetti persino i giocatori stessi non sempre comprendono alla perfezione il loro ragionamento - questo è il genere di situazioni in cui il timing è importante.

La prima si riferisce alla mano #12 del final table, con 8 player left. Foldano tutti fino a Neil Blumenfield che da small blind rilancia con A7, trovando il re-raise di Ofer Zvi Stern da big blind con K2.

Blumenfield aveva rilanciato e controrilanciato spesso durante il primo giro e mezzo del final table e Stern avrebbe potuto tranquillamente pensare sia che il range di apertura di Blumenfield fosse molto ampio sia che avrebbe ceduto di fronte a un po' di resistenza. Questo rilancio è, probabilmente, una di quelle situazioni in cui un giocatore con il temperamento di Stern e con il suo stack sceglierà di controrilanciare con molte delle sue mani, se non tutte.

Blumenfield avrà sospettato tutto ciò e non ha caso ha controrilanciato a sua volta, costringendo Stern a foldare.

Due mani dopo, nella mano #14, Stern ha rilanciato da bottone con A5. Molti giocatori aprono con tante mani da bottone, ma giocatori aggressivi che hanno appena piazzato una three-bet in uno scontro tra bui lo fanno con tantissime. A5 non è neppure lontanamente la mano peggiore che si può avere in questo spot, ma è facile immaginare che Stern avrebbe rischiato questo raise d'apertura con mani pessime come Jx2x-suited, 6x4x-offsuit o peggio. Possiamo ipotizzare che sia stato questo il ragionamento fatto da Josh Beckley, prima di controrilanciare da big blind con 104.

È comunque pericoloso attribuire al game flow ciò che si spiega meglio con le meccaniche ordinarie del range building. È pericoloso anche agire in base al sospetto che il range di un avversario sia sbilanciato, sbilanciando il proprio, così come presumibilmente hanno fatto Blumenfield e Beckley nelle due mani descritte in precedenza.

Trovare spot in cui gli avversari possono fare una determinata giocata a prescindere dalle carte è, ad ogni modo, una skill preziosissima. Il sospetto che un range del 20% o del 30% si sia trasformato in uno del 75% o 100% può avere un effetto drastico sulla migliore controstrategia, e la volontà di agire in base a questi sospetti può farvi vincere molti più piatti di quanti ne avreste vinti altrimenti.

Non perdetevi Nate ed Andrew Brokos nel podcast Thinking Poker , e per ulteriori informazioni su Nate visitate il suo blog cliccando su natemeyvis.com.

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