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Le Basi Del Poker: la Three-Bet

Neil Gibson
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Beto10
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Basi Del Poker: Three-Bet

Bentornati alla nostra rubrica Le Basi Del Poker, in cui ci occupiamo di un particolare termine pokeristico. Vi offriremo una definizione chiara del termine e un esempio del concetto strategico a cui si riferisce, in modo che possiate cominciare ad utilizzare tale termine e a implementare la strategia collegata nel vostro gioco. Oggi parliamo della three-bet.

Definizione

"Three-bet" è un termine comunemente utilizzato per indicare un controrilancio iniziale prima del flop. Il termine trae le sue origini dalle partite fixed-limit, nelle quali il primo rilancio vale due puntate, e il successivo controrilancio equivale a tre. Allo stesso modo, nelle partite no-limit, il big blind rappresenta la prima puntata (obbligatoria), il primo rilancio è la seconda, e il primo controrilancio è definito "three-bet".

Dal quarto rilancio in avanti si parla di "four-bet" e così via. Perciò, quando si dice che un giocatore piazza una "five-bet in all-in", significa che il suo ultimo controrilancio in all-in arriva dopo una serie di rilanci precedenti.

Il termine "three-bet" può essere utilizzato anche parlando delle puntate post-flop. Anche qui si riferisce alla terza puntata effettuata, cioè il primo controrilancio in una sequenza di bet-raise-reraise. Quindi anche qui i giocatori possono parlare di "four-bet" (e così via) dopo il flop, anche se di solito questi termini vengono utilizzati per descrivere l'azione pre-flop.

Esempio

Il Giocatore A da bottone apre rilanciando, mentre il Giocatore B si difende da big blind chiamando. Il flop è QJ8: il Giocatore B esce puntando. Il Giocatore A rilancia, trovando il controrilancio del Giocatore B, cioè la three-bet.

Considerazioni Strategiche

Anni fa, prima del "boom" del poker e del conseguente arricchimento dello spettro strategico, a un giocatore di no-limit hold'em che piazzava una three-bet o un controrilancio prima del flop veniva attribuito un range di mani di partenza piuttosto ristretto e molto forte. In effetti, per una categoria significativa di giocatori, una three-bet pre-flop di solito suggeriva che quel player avesse AxAx, KxKx, QxQx, o AxKx e magari AxQx e JxJx, ma mai peggio.

Ora non è più così, grazie alla crescente popolarità dell'aggressività pre-flop: ormai persino i giocatori che piazzano una four-bet o una five-bet sono capacissimi di farlo senza mani premium. Il vecchio detto "il quarto rilancio è sinonimo di assi" - che si riferisce a quella che oggi viene chiamata "five-bet" - non è più valido, anche se si applica ancora a tanti giocatori non in grado di piazzare una five-bet con carte più deboli.

Detto questo, spesso nelle partite cash dai limiti più bassi, dove in effetti non ci sono molte three-bet pre-flop, quessta mossa è ancora (frequentemente) un segnale di forza. Costruire i piatti prima del flop con mani di partenza forti (tipo assi, re, donne e asso-re) è cosa buona e giusta, quindi piazzare una three-bet con queste mani dopo il raise di un altro giocatore è una mossa consigliata.

I tornei ovviamente sono diversi, specialmente quando stack diversi possono incoraggiare chi ha molte chip a fare pressione su chi ne ha poche, con la classica "three-bet light", cioè un controrilancio con mani meno forti o speculative. A volte, anche i giocatori cash possono far foldare un giocatore che ha rilanciato, sia prima che dopo il flop, sfruttando il vantaggio della posizione tramite una three-bet con un range di mani più ampio.

Ad ogni modo, in generale una three-bet - sia prima sia dopo il flop - rappresenta una mano forte, e quindi partendo da qui dovete determinare le probabilità che il vostro avversario possa rappresentare qualcosa di diverso rispetto a quanto abbia davvero.

Guardare e Imparare

In una delle nostre "Ivey Stories, PokerNews.com ha parlato con il professionista britannico Paul Jackson riguardo a una famosa mano giocata in tv contro Phil Ivey una decina d'anni fa, quando i due si trovavano in heads-up al Monte Carlo Millions.

Con i bui a 10.000/20.000, e Ivey in netto vantaggio nei confronti di Jackson (4 milioni a 1), Jackson fa limp da bottone con 65. Ivey fa check con Q8 e il flop è 7JJ.

Ivey esce puntando 80.000 in bluff e Jackson rilancia pure lui in bluff a 170.000. Ivey esita, poi piazza una three-bet a 320.000.

Nessun giocatore ha niente, ma entrambi continuano ad aggredire, con Jackson che piazza una four-bet a 470.000 totali. Ivey ci pensa di nuovo, chiede a Jackson quanto gli rimanga, e dopo un minuto va all-in (una "six-bet shove") facendo infine foldare Jackson - Ivey poi avrebbe vinto l'heads-up.

Guardate ed ascoltate Jackson raccontare quella mano, inclusa la parte in cui dice che "a quei tempi, perché parliamo di tanti anni fa, non si parlava di three-bet e four-bet" - un cenno al fatto che quei termini sono entrati in voga nell'hold'em solo di recente.

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