Su PokerNews.IT puoi giocare solo se hai almeno 18 anni. Il gioco può causare dipendenza. Gioca responsabilmente.

Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Agenzia delle Dogane e dei Monopoli 18+

MTT Turbo: quattro aspetti per non rimanere short in Late Stage

3 min read
Turbo

Ci sono giocatori che tendono ad andare in difficoltà quando sono deepstack, soprattutto quando si parla di MTT Turbo.

Sembra un paradosso, ma succede che in poche mani questi stessi players, possono trovarsi da tante chips a zero. Dipende, oltre che dalle proprie emozioni e skills, anche da una pessima gestione dello stack. Da un numero eccessivo di mani giocate, a size sbagliate nei rilanci, fino ad una tattica assai opinabile nel post flop.

Oggi cercheremo di fare chiarezza e proveremo a rivedere il concetto di deepstack, proprio per i punti che abbiamo elencato adesso. Insomma, indicheremo quello che funziona per vivere di “rendita” dal punto di vista dei deepstack al tavolo. In fondo, tutti quanti sogniamo di essere deepstack al tavolo.

Le size ideali nei rilanci

Partiamo dal presupposto di avere almeno 60 big blind con il nostro stack. Un numero molto elevato per un torneo turbo. Molti giocatori in questa situazione tendono ad aumentare il valore del loro rilancio. Niente di più sbagliato. La vostra condotta e le vostre size di conseguenza, devono essere le stesse di quando giocatore con 20-25 BB. Quindi se aprite 2,5 volte il big blind, continuate con questo valore. Se aprite x3 idem e così via. Non è la dimensione dello stack che deve cambiare il vostro stile.

Nelle 3bet size precise

Siete Deepstack e non sapete quantificare la giusta dimensione della 3bet? Nessun problema. Se vi trovate a 3bettare in posizione continuate con le vostre classiche size da 3bet. In pratica vale il discorso fatto per il classico raise, ma con la differenza appunto della posizione. Essendo l’ultimo a parlare, siete voi a condurre le danze e con determinate mani, non volete certo far scappare il rivale. Non solo, ma la posizione vi permette di gestire la mano eventualmente nel post flop.

Cambia invece la prospettiva, se da deepstack vi trovate ad effettuare una 3bet fuori posizione. Giocando appunto da “sfavoriti” al tavolo, 3bettando, le size devono essere più grandi del solito. L’utilizzo di una size più grande mitiga lo svantaggio della posizione e riduce il rapporto “Stack to Pot“: in pratica per chiamare il tuo avversario dovrà avere un range ben definito.

Range specifici nelle 3bet e 4bet

Con quali range dobbiamo 3bettare da deepstack? Se siamo in posizione non dobbiamo apportare alcuna modifica al nostro range. Da fuori posizione è consigliabile modificarlo: ad esempio i connectors suited assumono un valore esponenziale, in quanto possono diventare micidiali su determinati board. Lo stesso si può dire dei vari A-X a colore che possono portarci a vincere pot di importanti dimensioni.

Per quanto concerne le 4bet invece non importa cambiare la size, ne in posizione e ne fuori posizione. Essendo di per se un’azione strong quella di 4bettare, avrebbe poco senso alzare ancor di più il piatto. Con una monster hand non vorreste la fuga del vostro rivale.

Come affrontare il post flop da deepstack

Se per molti giocatori essere deepstack preflop è un problema, anche nel post flop ci sono gestioni non perfette. Generalmente il consiglio principale è quello di essere sulla “difensiva” sia in posizione e a maggior ragione da fuori posizione. Controllare il piatto permette sempre di tenere la situazione sotto controllo e lascia aperte varie opzioni. Molto però dipende anche dallo stile dei giocatori che stiamo affrontando nel post flop.

Contro un giocatore aggressivo il check, specialmente con un buon punto in mano, è forse la situazione migliore in attesa che sia lui a fare la prima mossa. Contro un player passivo possiamo anche pensare di cambiare questa strategia, scommettendo nel post flop per estrapolare valore dalla nostra mano. Generalmente però il call e soprattutto il Check/Raise da deepstack sono gli aspetti migliori nel post flop.

Conclusioni

Essere deepstack non significa gettare al vento o sprecare le proprie chips. Significa continuare con il proprio stile a far valere il proprio peso specifico al tavolo, senza cambiare il nostro atteggiamento. Servono gli adattamenti dei quali abbiamo appena parlato e una volta rodati, navigheremo con maggior sicurezza da Deepstack. L’obbiettivo è sempre lo stesso: mettere in difficoltà i rivali.

Nei tornei turbo queste accortezze valgono ancora di più, essendoci blids che salgono con velocità nettamente maggiore rispetto ad MTT con struttura Standard. Non solo, dobbiamo stare attenti anche agli stack dei nostri rivali al tavolo. Quindi la size diventa fondamentale, proprio in base al numero delle chips dei giocatori che stiamo aggredendo.

Share this article
author

Nel mondo del giornalismo sportivo da quando avevo 16 anni, ho all'attivo quasi 800 radiocronache di eventi sportivi e quasi 20 mila articoli sportivi. Da 20 anni nel mondo del poker, del betting e del gaming. Cavallo di battaglia: "Amici Miei".

SCOPRI DI PIÙ

Altri Articoli