Casinò di Venezia: ancora un nulla di fatto per la nuova gestione
La gara d'appalto indetta dal Comune di Venezia per dotare di una nuova gestione il casinò più antico del mondo si è conclusa venerdì scorso senza neppure un’offerta, fatto che può rappresentare una minaccia per il futuro della sala di proprietà della municipalità dal 1946.
"Sembra che l’importo richiesto per un accordo trentennale fosse troppo alto", ha dichiarato il direttore del casinò di Venezia, Vittorio Ravà, al quotidiano locale La Nuova di Venezia e Mestre. Secondo Ravà, la decisione del municipio di richiedere agli investitori un impegno di circa the 500 milioni di euro su 30 anni abbia scoraggiato tutti i potenziali offerenti dal proporsi per la gestione della splendida struttura del 1638.
"Prima dell’inizio della gara, alcuni hanno affermato che stavamo svendendo il casino per un prezzo troppo basso" ha affermato il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, tramite l’agenzia di stampa Agimeg. "La verità è che invece dobbiamo concludere che abbiamo richiesto un prezzo troppo alto", ha proseguito Orsoni.
"Ora si deve decidere se si vuole provare a indire una nuova gara pubblica o iniziare delle trattative private. L’unica cosa certa tuttavia è che c’è bisogno di investimenti privati per evitare tagli significativi al personale del casinò e una ristrutturazione consistente dell'operatività del casinò", ha dichiarato il sindaco di Venezia.
In base ai termini della gara, per gestire il prestigioso Casinò Ca’Vendramin Calergi e il moderno Ca’ Noghera, gli investitori dovrebbero garantire un primo pagamento di circa 140 milioni di euro e un successivo investimento di almeno 308 milioni di euro da versare tramite un contratto trentennale. Inoltre, l’onore di gestire entrambi i casinò di Venezia prevede una tassa sul gioco d’azzardo di 16 milioni di euro da versare allo stato.
Se questo non fosse ancora sufficiente, la famigerata burocrazia italiana è riuscita a complicare ulteriormente le cose aggiungendo agli importi già sopra menzionati il fatto che a partire dal settimo anno di attività la nuova gestione dovrà pagare anche una tassa speciale del 5% (minimo) sugli introiti lordi del gioco d’azzardo (GGR) che supera i 140 milioni di euro.
"I giochi però non sono ancora chiusi e confido che si troverà una soluzione per il casinò", ha aggiunto il sindaco Orsoni, illustrando anche come gli scarsi risultati ottenuti dalla prima gara potrebbero essere un punto di partenza per intraprendere nuove trattative con società potenzialmente interessate alla gestione del casinò – in caso fosse possibile un significativo “sconto”.
"Siamo pronti ad avviare una trattativa con il Comune di Venezia e l’attuale gestione del casinò" ha dichiarato il gruppo di gioco sloveno Casino Hit in una nota inviata ai media. "Siamo aperti a valutare tutte le possibilità per trovare una soluzione che possa soddisfare gli interessi di tutte le parti coinvolte."
Casino Hit, che in Slovenia gestisce già i casinò di Portorose e Nova Goriça, ha specificato che sarebbe disponibile a prendere in gestione i casinò di Venezia a fronte di condizioni finanziarie più favorevoli.
"Il Gruppo ha messo assieme un pool di investitori alcuni dei quali hanno espresso preoccupazione relativamente alla sostenibilità finanziaria dell’investimento finora richiesto in quanto lo considerano eccessivo per le attuali dinamiche dei mercati internazionali del gioco. Siamo quindi pronti ad avviare una trattativa con le autorità per discutere sulla gestione dei casinò con il Comune di Venezia."
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