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Tells: il "braccio da poker" batte la "faccia da poker"!

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Nicola Pagano
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Tells: il

La cosidetta "poker face" (faccia da poker) è diventata sinonimo di chi riesce a mascherare le proprie emozioni o intenzioni attraverso un ottimo controllo dell'espressione del viso.

Infatti, tra i poker tells (ovvero tutte le espressioni corporee che si compiono al tavolo da gioco), quelli sinora ritenuti più sintomatici della forza o meno di una giocata, sono i movimenti (involontari) che vengono compiuti con il volto.
Di qui, la capacità di tanti professionisti di assumere appunto la poker face, in modo da rendere difficile per gli avversari la lettura della loro mano.

In realtà un recente studio del Dipartimento di Psicologia della Tufts University (Stati Uniti), ha dimostrato che il movimento delle braccia, nell'atto di mettere le chips nel pot, è molto più "scoperto" e difficile da controllare per il giocatore che lo compie.

La ricerca è stata condotta attraverso l'utilizzo di un campione di soggetti, uomini e donne, ai quali è stato chiesto di visionare una serie di giocate di 20 secondi l'una, tratte dalle WSOP 2009 e di fare poi tre valutazioni.

Nella prima i soggetti hanno cercato di valutare la forza della mano del player coinvolto nel video, analizzando esclusivamente l'espressione del volto, e il risultato è stato meno preciso di una stima fatta a caso.

Nella seconda invece, hanno utilizzato solo il movimento delle braccia, e questa volta il risultato è stato molto più preciso.

Infine, i soggetti hanno valutato il grado di uniformità del movimento delle braccia ed è emerso che a maggiore uniformità e sicurezza, corrispondeva la tranquillità derivante da una mano forte.

In sostanza, un player fiducioso nella propria giocata, compie un movimento fluido e senza incertezze con il braccio, mentre chi cerca di nascondere una mano debole rivela, nel movimento con cui posiziona le chips nel piatto, lo stress connesso al rischio della giocata.

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Nicola Pagano

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