Il poker è abilità? In Olanda sì!
Un recente studio di un’università olandese, la Erasmus School of Economics, ha nuovamente puntato il dito sulla questione sempre aperta se il poker sia un gioco di abilità o fortuna.
La ricerca, come si evince già dal titolo “Beyond Chance? The Persistence of Performance in Online Poker” (Oltre il caso? La continuità nella performance nel poker online), ha indicato chiaramente che l’abilità, le skills nel gioco del poker ricoprono un ruolo decisivo per il raggiungimento di un risultato profittevole.
Lo studio, oltre ad avere un chiaro valore accademico, è indirizzato a fornire “…elementi per il dibattito che si sta svolgendo a livello mondiale sulla legalità del poker e sulla questione della tassazione sulle vincite” come ha dichiarato il responsabile, Professore Associato di Finanza Martijn J. van den Assem.
Per la ricerca sono state analizzate 415.9 milioni di mani giocate nel periodo che va da Ottobre 2009 a Settembre 2010 in vari livelli del cash game, bassi, medi e alti da 500.000 players.
Tra i dati più significativi che sono emersi, troviamo che il 32% dei giocatori ha ottenuto un risultato positivo, al netto della rake (senza rake si sale al 38%).
Le conclusioni di questo studio portano ad evidenziare che esiste un chiaro fattore di continuità nei risultati di alcuni giocatori. Un giocatore che ottiene un buon risultato in un determinato periodo è più probabile ottenga un altro risultato simile nel periodo successivo. Inoltre i giocatori migliori sono quelli con più esperienza e frequenza di gioco alle spalle. Infine, anche lo stile incide: l’approccio tight-aggressive è quello che risulta essere maggiormente premiante.
Insomma, tutto in questo studio indica che le differenze di abilità, di stile e di continuità tra i giocatori comportano differenze nei risultati. Tutto quello che in un puro gioco di fortuna non potrebbe emergere.
A quando una maggiore consapevolezza anche della politica?