Recensione Libri di Poker: 'Confessions of a Crossroad Gambler' di Jack Newton
Per presentare la sua nuova autobiografia, Confessions of a Crossroad Gambler, il "Gentleman" Jack Newton prende in prestito una massima di Benny Binion, il leggendario proprietario del Binion's Horseshoe: "neanche un pesce gatto si lascerebbe prendere se tenesse la bocca chiusa." Il concetto, ovviamente, è che un gambler, che sia un uomo onesto, un poco di buono o un truffatore, che desideri mantenere il successo, ci riesce meglio se non spiega come fa. Se desidera mantenere la sua fama costante, non c'è altro modo.
Comunque, dopo una lunga carriera tra le scommesse durata parecchi decenni e spalmata su diversi continenti, l'ottantenne Newton ha deciso che raccontare la sua storia finalmente non comporta rischi. Il risultato è una intrigante cronaca della ricerca di un gambler, a volte eccitante e a volte sconvolgente, di buone occasioni di gioco.
Confessions of a Crossroad Gambler è una collezione , organizzata alla meglio, di aneddoti e riflessioni raccolte principalmente tra le pittoresche esperienze di Newton come "crossroad gambler," un termine che l'autore definisce "un gambler che viaggia di città in città alla ricerca di giochi in cui può vincere." Il libro segue una progressione più o meno cronologica, a partire dai primi giorni di Newton ragazzo che cresce nell'era della Depressione in Arkansas, e si dipana fino agli anni '70, quando la sua ricerca lo porta in vari luoghi degli Stati Uniti e del Messico, ma anche ai Caraibi, in numerosi Paesi europei, e persino in Sud Africa.
Newton dichiara presto di essere un gambler nato, come altri di un selezionato gruppo che "hanno l'istinto per le scommesse sin nelle ossa." Newton scopre questo fatto in tenera età mentre aiutava la madre a gestire il negozio di alimentari della famiglia a North Little Rock. I giochi di carte e qualche lancio di monetine aiutavano il giovane Jackie a trascorrere il tempo, e sin dall'inizio questi giochi comprendevano le scommesse. Dal momento che le poste in gioco cominciarono gradualmente ad aumentare, Newton iniziò inoltre a valutare l'idea di "cercare un modo per farle fruttare," comprese occasioni in cui metodi di dubbia moralità assicuravano scommesse di successo.
Come la parola "Confessions" nel titolo del libro potrebbe suggerire, le truffe diventano una sorta di filo conduttore nella storia di Newton, e nonostante uno dei suoi scopi sembra essere "confessare" quelle situazioni in cui ha ottenuto un vantaggio sui suoi avversari attraverso vie poco oneste, Newton non pare meno interessato ad esporre i sistemi, gli schemi, ed alcuni metodi al limite della legalità altrui. Infatti, gran parte delle storie che Newton racconta sulle sue avventure personali come "crossroader" lo vedono fiutare tentativi di truffe altrui, e poi rivoltare la truffa sul suo avversario per poterlo battere al suo stesso gioco.
Per esempio, Newton riporta molte storie che riguardano le sue sfide con Nick Simpson, o "Shoeshine Nick," un gambler californiano contro cui Newton si è imbattuto in numerose occasioni, la prima delle quali si è avuta nel 1965. Seguendo un elaborato stratagemma per preparare una partita privata di stud a 5 carte tra la coppia, Newton continuò a ripulire Nick nonostante quest'ultimo avesse marchiato le carte con uno "scrape", una piccola lametta da barba nascosta in un'unghia.
Newton dal canto suo, usava quello che chiamava "Jack's Light, (la luce di Jack)" vale a dire un piccolo specchio incollato all'interno del suo dito medio con il quale vedeva le carte che venivano servite. La continua consapevolezza di Newton delle carte servite a Nick – combinata con il fatto che Nick non avesse idea di quello che sapeva Newton — aggiunse $40,000 alla paga giornaliera di Newton.
La storia di Newton si sposta dal Kansas al Texas ed al Mexico e fino a Las Vegas, dove Newton trascorse un periodo lavorando per Binion ed imparando tutti i retroscena di un casino. Il periodo di Newton a Las Vegas lo vide incrociare i suoi passi con diverse figure chiave della storia delle scommesse, delle quali Newton include parecchie storie. Una di queste storie pretende di gettare luce sui tentativi quasi riusciti di Archie Karas di vincere al Binion's Horseshoe. Nell'altra chiarisce sulla storia dello sviluppo del sistema di conteggio delle carte nel blackjack. Newton condivide anche storie sulle sue avventure inerenti alle scommesse in tutta Europa, inclusa quella in cui dice di essere stato in una prigione inglese per tre anni.
Newton a volte devia dalla sua lunga e tortuosa strada per inserire parecchi "viaggetti" collaterali, compresa una manciata di piccoli saggi come i capitoli "come fare per" che trattano vari argomenti come il controllo del coin-flip o il conteggio delle carte, ed anche capitoli che parlano di altri gamblers memorabili che Newton ha incontrato sulla sua strada, come il divertente capitolo sulle varie prop bets del famoso truffatore Titanic Thompson.
Il libro di Newton non si pone tra le narrative più raffinate, avendo spesso più il sapore delle storie raccontate oralmente sul momento, senza una particolare revisione o una redazione accurata. Comunque, nonostante l'organizzazione confusionaria e gli errori occasionali potrebbero infastidire qualche lettore, queste mancanze sono facilmente superate dal grande livello di intrigo e l'alto valore storico del racconto di Newton.
Si ha l'impressione che Newton abbia trascorso gran parte della sua vita raccontando queste storie a sè stesso. Dopo tutto, lo stesso Newton spiega che, per un crossroad gambler "una reputazione faceva bene all'ego, ma altrettanto agli affari." Fortunatamente per noi, ha deciso di ritirarsi da questo tipo di affari e di condividere le sue memorie e le sue conoscenze, dando un grande contributo alla tradizione del poker e delle scommesse.